Il vecchio e il mare di Hemingway e le storie di un'altra editoria

Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway esce negli States nel 1952.
Il buon Hemingway, poco più che cinquantenne, vince il Pulitzer nel '53 e il Nobel nel '54. Insomma, Il vecchio e il mare gli è venuto benino.
La prosa di Hemingway è molto particolare per l'epoca, e la sua vita un casino. Hemingway è bipolare, beve, è malato; negli anni precedenti ha viaggiato in lungo e in largo in modo temerario e spregiudicato, ha fatto il pugile, si è sposato varie volte. Testa dura, il caro Hemingway. Finché non l'ha spenta volontariamente, a sessant'anni, suicidandosi.
Hemingway bellu guaglione.
Fonte:Wikipedia

Il vecchio e il mare racconta la storia di Santiago, un pescatore anziano (chi l'avrebbe mai detto?) che affronta un periodo difficile. Non piglia un pesce neanche per sbaglio e ha delle chiazze sulle guance a testimoniare il tumore che lo corrode.
L'altro personaggio – umano – è il giovane Manolin. Il ragazzo, che prima lavorava con Santiago, viene spedito dal padre su pescherecci più fortunati per guadagnarsi da vivere. L'amicizia tra i due segna l'intero romanzo, ma nel nucleo del racconto il vecchio è solo.
Nel mare tropicale, a largo di Cuba, il vecchio lotta contro le insidie con caparbietà e quando sembra aver vinto tutto, si ritrova a mani vuote. O forse no, perché "L'uomo può essere ucciso, ma non sconfitto" (citazione dal romanzo stesso).
Qui sopra parlavo di personaggi umani poiché il vecchio ingaggia la sua battaglia con un enorme pesce che può essere considerato uno dei protagonisti (antagonista è riduttivo!). Il pesce, espressione tra l'altro della magnificenza della natura, ha un valore fortemente simbolico sul quale non mi pronuncio. Potrete scovare fiumi di banalità interpretative sul web.

L'obiettivo del libro, poetico nonostante il pragmatismo del tessuto narrativo, è raccontare la vita, l'umanità.
La voglia, la sfida, l'amore, la tenacia, la solitudine, il disfacimento e la fine.
Ciò che affonda nel cuore del lettore è l'esplosione dell'interiorità di Hemingway bistrattato dallo scontro eterno tra la passionalità viscerale e la morte, che porta via la carne e i desideri, annulla ogni sforzo.
Io ho sentito Hemingway. E tu?

Appunti veloci sullo stile
Lo stile di Hemingway ricorda i narratori contemporanei. Hemingway ha uno stile asciutto, essenziale; il periodare è paratattico. È soprattutto quest'ultimo aspetto a colpire.
Il lessico è semplice e ha un vigore espressivo abbagliante.
Hemingway riesce a miscelare i fatti della storia ai pensieri e ai soliloqui dell'anziano pescatore – unico personaggio per la maggior parte del testo – costruendo un tutto organico, un ingranaggio perfetto che permette di leggere il libro d'un fiato.

Storie di un'altra editoria
Supponiamo per un attimo che Ernest Hemingway sia Ernesto Taldeitali, un emergente italiano in tempo di crisi. Ernesto si rivolge a un'agenzia letteraria con il suo inedito Il vecchio e il mare ambendo a un contratto di rappresentanza. L'agenzia, con buone probabilità, affermerebbe: "Il testo è accettabile ma necessita di un editing approfondito. La trama è scarna; il finale poco convincente. Inoltre, è pieno di ripetizioni". Ernesto si vedrebbe costretto a sborsare trecento euro (e il suo è un romanzo brevissimo!) senza la sicurezza di arrivare a un editore.

Letteratura per ragazzi?
La mia edizione de Il vecchio e il mare (Mondadori – De Agostini) datata 1988 reca la scritta "Grande Biblioteca per ragazzi". Nella stessa collana c'è anche George Orwell, quindi non c'è da allarmarsi più di tanto: questi sono pazzi.
Leggere "Letteratura per ragazzi" sul box riassuntivo di Google, però, suona offensivo. Sembra un libretto per bambini.
Questa è l'edizione che ho io. Chi non l'ha mai vista?
P.S. Sono così pigro che ho preso questa foto da ebay.it
Paolo Ceccarini